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Bologna 11 maggio: Nessun Giro Con Israele

Lo stato di Israele sta mostrando in queste settimane il suo volto criminale e fascista contro la marcia per il ritorno.

Boicottare oggi Israele e ogni forma di legittimazione internazionale delle sue politiche, come il giro d’Italia che quest’anno partirà da Gerusalemme, è necessario.

Ci vediamo per discuterne con Bassam Saleh (giornalista palestinese) Venerdì 11 Maggio ore 16:30 in Piazza Scaravilli davanti alla facoltà di Economia.
A seguire aperitivo palestinese a cura di UCAI- Universitari Contro l'Apartheid Istraeliana

Organizzano:
USB Bologna
Noi Restiamo Bologna
Coordinamento Campagna BDS Bologna
Universitari Contro L'Apartheid Israeliana - Bologna

// Verso la manifestazione nazionale per la Palestina- Sabato 12 Maggio h 15:00 - Piazza dell'Esquilino //
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Di seguito il testo completo di convocazione dell'iniziativa:

Iniziative di solidarietà internazionalista al popolo palestinese in lotta per la propria autodeterminazione.

In occasione della decisione di svolgere le prime due tappe dello storico "Giro d'Italia" ciclistico in Israele, con partenza tutt'altro che simbolica da Gerusalemme, non possiamo che riflettere sul ruolo dell'italia e più in generale delle potenze europee e occidentali nel processo storico di controllo ed egemonia imperialista esercitato in diverse forme sui paesi del medio oriente.
In particolare, la fondazione e lo sviluppo dell'illegittimo stato israeliano ai danni della popolazione della Palestina ha offerto uno strumento di intervento militare ed economico diretto agli Stati Uniti, e così pure a un settore consistente della classe dirigente europea, su quest'area geografica che è stata, e in parte è ancora, attraversata da sentimenti e movimenti anticoloniali e antimperialisti, ai quali non può che andare la nostra concreta solidarietà.
In un momento come quello attuale, che mostra segnali di perdita di egemonia interna ed esterna da parte delle due grandi potenze "occidentali" (USA e UE), il governo statunitense intensifica l'ingerenza in territorio palestinese riconoscendo in Gerusalemme la capitale israeliana, violando così una citta-simbolo che, almeno sulla carta, avrebbe dovuto mantenere un ambito di neutralità tra le due popolazioni.
Dopo decenni di privazioni di sovranità territoriale e popolare, di soprusi e di torture a cui la popolazione palestinese ha sempre risposto con una resistenza collettiva, quest'ultimo affronto dell'amministrazione Trump ha dato vita a una nuova ondata di ribellione e protesta, a cui come sempre il governo israeliano ha risposto con violenta repressione, spingendosi a sequestrare e incarcerare perfino bambini, tra cui la giovanissima Ahed Tamimi, già volto della "nuova intifada".
Contro questo e molti altri arresti abbiamo espresso solidarietà attraverso una campagna nazionale lanciata dalla Federazione Sindacale Mondiale, di cui l'USB è aderente, ora vogliamo costruire momenti di dibattito e consapevolezza nelle nostre città: iniziative pubbliche, di piazza, di aggregazione, che coinvolgano sia i settori sociali sia le realtà cittadine, giovanili e studentesche.
Occasioni per esprimere sostegno al popolo palestinese e per interrogarci su cosa significa e come si pratica oggi la solidarietà internazionalista.
Infatti diversi governi dei paesi membri dell'UE sono alleati non secondari per il governo israeliano, perseguendo un obiettivo non dissimile da quello statunitense, ovvero rafforzare il controllo neocoloniale dell'area mediorientale e destabilizzare qualsiasi elemento di resistenza a tale disegno.
Quest'alleanza si esplicita in relazioni economiche e commerciali privilegiate con Israele, e la scelta relativa al Giro d'Italia rientra in quest'ottica di partnership, come fu per gli europei di calcio under 21 del 2013.
Internazionalismo è quindi solidarietà che si concretizza anche attraverso la costruzione di solidi legami con le organizzazioni che resistono nei territori lottando per i diritti del popolo (scopo primario, in campo sindacale, della FSM).
La lotta internazionalista è innanzitutto lotta per l'autodeterminazione e la libertà dei popoli, dunque contro le nuove forme di colonialismo e alle potenze imperialiste, che applicano sia in politica estera che nei confronti della propria popolazione una politica basata innanzitutto su disuguaglianza e sfruttamento: per questo possiamo dichiarare che "la lotta della Palestina è la nostra lotta"

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