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Pisa: l’ennesima parata di Renzi si blinda per paura della contestazione popolare



Il presidio lanciato dalla Rete dei Comunisti contro la presenza di Renzi a Pisa ha sortito, in positivo, tutti gli effetti politici che ci auspicavamo.

Impaurito dalle possibili contestazioni, il Presidente che meglio rappresenta in Italia gli interessi della Troika europea e della JP Morgan ha fatto circondare il grande complesso della stazione Leopolda di Pisa da decine di blindati di polizia e carabinieri. Data la vicinanza della sede del PD, non si sono risparmiate forze dell’ordine per proteggere anche quella. Una parte consistente del centro cittadino è stata bloccata per permettere il comizietto a suon di slide del guitto di Rignano.

Una blindatura che ha rappresentato fisicamente la distanza tra questo esecutivo e chi localmente lo sostiene dalla popolazione. Il pubblico che ha ascoltato le frottole di Renzi era composto da burocrati di partito, esponenti del “terzo settore” che ancora si salva veicolando le politiche più infami dei governi nazionali e locali, giovani rampolli/rampanti frequentatori nelle varie scuole di alta formazione locali, , dirigenti e tirapiedi di aziende pubbliche e private, docenti universitari e relativi servi, “peones” irriducibili e, dulcis in fundo, un considerevole numero di richiedenti asilo accompagnati alla kermesse renziana dai gestori locali del business dell’accoglienza. Migranti utilizzati per il lavoro volontario oggi e, per i più fortunati, per una paga da fame domani.

Fuori dalla Leopolda, a parlare delle ragioni del NO sociale contro Renzi, la UE e la JP Morgan si sono raccolte oltre 300 persone, rappresentative di quello spaccato sociale, sindacale e politico che abbiamo già visto lo scorso 21 e 22 ottobre, durante lo sciopero generale e la NO Renzi Day. Lavoratori e pensionati dell’Unione Sindacale di Base, ma anche tanti altri convenuti indipendentemente dalla loro collocazione sindacale, giovani studenti e precari, rappresentanti dei comitati di quartiere, singoli cittadini spinti a partecipare per la rabbia sorda che emergeva dalle battute ascoltate ai bordi del presidio. La miseria incombente, la mancanza di lavoro, le difficoltà ad avere quei servizi essenziali che rendono la vita meno grama, sono elementi che spingono e spingeranno sempre più settori popolari a scendere in piazza contro le politiche lacrime e sangue imposte da governi prezzolati come quello ora in carica.

Il valore di questa, come di molte altre contestazioni che si susseguono in qualsiasi città dove Renzi va a raccontare le sue cazzate, sta nel portare in piazza e rappresentare questa rabbia e disperazione, alla quale occorre dare una prospettiva di fuoriuscita da una crisi che non trova soluzione, se non quella del continuo furto di salario, stato sociale, diritti, vita.

La battaglia che stiamo intraprendendo per sconfiggere al referendum l’esecutivo Renzi e, attraverso di lui, le politiche di rapina dell’Unione Europea e del capitale finanziario internazionale, è un passaggio importante per la ricomposizione di un fronte sociale, politico e sindacale nel paese. 

La politicizzazione della rabbia sociale sta assumendo caratteristiche inedite, come dimostrato recentemente con la Brexit e nelle elezioni statunitensi, evidenziando una potenziale egemonia delle destre platealmente reazionarie in consistenti settori popolari.

Il tempo della costruzione di un’alternativa internazionalista, progressista e anti sistema, fuori e contro la gabbia dell’Unione Europea e dei suoi governi locali è adesso.

Su questa strada, ci aspettano altri giorni di lotta e mobilitazione, oggi per sostenere la vittoria del NO al referendum del prossimo 4 dicembre ma, ben oltre questa scadenza e indipendentemente dai risultati che usciranno dalle urne, per la prossima fase politica.

L’ipotesi della Piattaforma Sociale Eurostop, nella quale come Rete dei Comunisti siamo impegnati in pieno, è l’ambito entro il quale si giocherà, a nostro modo di vedere, una partita cruciale di ricomposizione.  Intorno a questa ipotesi, nel vivo del conflitto che ci aspetta, chiamiamo tutti i militanti anticapitalisti e comunisti a confrontarsi.

 

Rete dei Comunisti - Pisa

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