Una due giorni sicuramente positiva per la campagna “Noi Restiamo”: prima la partecipazione al riuscito sciopero dell'USB di venerdì 24, poi la “trasferta” di sabato a Verona per prendere parte alla manifestazione antifascista, che è riuscita a radunare centinaia di militanti antifascisti e antifasciste nel cuore nero d'Italia.
Lo sciopero di venerdì è riuscito a portare in 27 città italiane parole d’ordine oggi necessarie, confermando ancora una volta il ruolo dell'USB come sindacato conflittuale. La piattaforma rivendicativa, l’autonomia organizzativa delle strutture sindacali e la composizione della piazza, che vedeva partecipare anche precari, migranti e studenti, confermavano le ragioni della nostra adesione allo sciopero.
La manifestazione di sabato è riuscita, pur nelle ovvie difficoltà organizzative in un contesto difficile come quello veronese, a rilanciare un antifascismo e un antirazzismo militante che vada al di là degli slogan di facciata di partiti e associazioni, il cui antifascismo istituzionale ha mostrato più volte tutta la sua debolezza, come ad esempio di fronte alla determinazione del corteo di sabato 18 a Bologna.
Proseguire il percorso dell’antifascismo con la giornata di Verona ha rappresentato per noi un obiettivo molto più concreto rispetto al bagno di folla che si teneva intanto a Roma, momento celebrativo di un sindacato, la CGIL, da anni incapace di esprimere una vera conflittualità sociale che si opponga alle politiche classiste dei vari governi italiani succedutosi negli ultimi anni, caricata del compito di ingannare i suoi iscritti e farne convergere il dissenso politico verso binari morti.
Noi Restiamo