Intormativa

Questo sito utilizza cookie e tecnologie simili, anche di terze parti, per il corretto funzionamento e per migliorare la tua esperienza. Chiudendo questo banner, acconsenti all’uso dei cookie. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie vai alla sezione 'Cookie Policy'

Approvo

Dopo Milano e Roma: andiamo avanti e riflettiamo

Per costruire un movimento è necessario cercare il punto egemonico da contendere all'avversario in mezzo ai lavoratori, alle classi popolari, ai cittadini. Questo punto va scelto per la sua centralità in atto o potenziale.

Non basta il solito elenco di rivendicazione, anche se corto. Questo punto di scontro egemonico potrebbe essere, come indicato da Porcaro nel convegno di Asimmetrie, il tema della SICUREZZA/INSICUREZZA. Da almeno due decenni la sicurezza è la questione che viene agitata ed agita per politiche sicuritarie, xenofobe, al fine di annichilire qualsiasi discorso alternativo. La sinistra radicale e comunista non è stata in grado di farvi fronte. Anzi, si sono commessi molti errori ed autogoals. Eppure senza sicurezza non c'è tenuta o espansione della democrazia, del ruolo dei lavoratori, dello stato sociale, della democrazia. Non a caso viene contrapposta alla libertà. Ormai dovrebbe essere evidente che il nostro problema, il piombo sta nella nostra cultura teorica e politica. Ci dipingiamo un mondo che non c'è. Oppure abbiamo paura (tabù) di tirare le logiche conseguenze di certe analisi. È come se qualcuno ci avesse detto:”state sereni”. Per questo ripropongo la citazione di Mark Twain "Non è ciò che non sai che ti mette nei guai. È ciò di cui sei sicuro che non è come credi”. Chi e cosa produce insicurezza? In questa fase, le guerre, il terrorismo, gli sfollati (sfollati e non migranti) diventano funzionali alla gestione di una società frammentata e della crisi stessa. Lo stato d'eccezione diventa la regola. Sono le guerre fomentate dagli Usa, ma anche dagli europei, che portano gli sfollati. Costoro, come sappiamo, vengono poi usati come esercito di riserva per abbassare ulteriormente garanzie e salari mettendoli contro i nativi già tartassati dall'austerità e dalle politiche liberiste. Dovremmo portare con forza l'attenzione alle cause dell'immigrazione e non rimanere al pur giusto approccio umanitario. Sarebbe giusto che fossero gli USA o le basi americane ad ospitarli. L'Italia, a dir il vero, è quasi sempre stata riluttante alle azioni belliche, ma è esposta alle decisioni degli altri. Decisioni quasi mai prese in sede NATO. Come sappiamo Berlusconi non voleva l'attacco alla Libia. Ed anche Renzi è cauto. Ecco il rapporto insicurezza e indipendenza. Come già detto, la sicurezza/insicurezza è un tema che la sinistra non ha ancora imparato a gestire per carenza di analisi, per tabù, per cultura politica inadeguata. Motivo per cui, per i comunisti e la sinistra, “non c'è trippa per gatti”. Eppure su questa problematica lavoratori e classi popolari si sono allontanate. Ci sono lontane, quando non avverse. Sono tutti razzisti o solo l'altra faccia della medaglia? Chi crea poi insicurezza economica e sociale se non il liberismo ed i suoi strumenti: Finanza, mercato, banche, Unione, euro ed i loro governi? Di queste cause c'è una consapevolezza maggiore ma disarticolata, contraddittoria, non finalizzata. C'è un approccio economicista.
Chi crea l'insicurezza democratica se non le forze di cui sopra? In questo senso, ad esempio, il referendum costituzionale andrebbe giocato contro la “deforma”, contro Renzi, ma anche contro l'Unione che mette in mora democrazia e Costituzione: la nostra, non quella tedesca. Per questi motivi sarebbe necessario dare battaglia sul tema sicurezza/insicurezza. È in questo modo che può diventare comprensibile lo slogan: no guerra, no unione, no euro. Ma questi slogan, per essere comprensibili, vanno anche declinati in positivo. Le argomentazioni fin qui svolte portano alla necessità di mettere a fuoco un nuovo e diverso posizionamento internazionale come unica possibilità di un cambiamento interno.
Il nostro paese può cambiare solo riconquistando sovranità in materia di politica economica e monetaria. Solo così si difende la Costituzione e la si può applicare. Solo così si può pensare di tutelare lavoro, risparmio, democrazia. E solo l'indipendenza può consentirci una politica estera diversa in Europa e nel Mediterraneo.

Ugo Boghetta (Cpn del Prc)

Aggiungi commento


Codice di sicurezza
Aggiorna

I nostri contatti

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

I nostri tweet