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"L'UE sta colonizzando il sud Europa. Una proposta Eurochavista per costruire l’ALBA Mediterranea"

Sono vari anni che l'economista marxista italiano Luciano Vasapollo, di orgogliose origini calabresi, del sud Italia, visita il Venezuela per sostenere senza scrupoli la Rivoluzione Bolivariana, il chavismo ed il Governo del presidente Nicolás Maduro.

Proprio per questo, la sua presenza non è potuta mancare al Congresso Internazionale "Inventare la Democrazia del Secolo XXI", realizzato a Caracas nei giorni 28, 29 e 30 maggio passati, il cui documento finale è stato redatto nel foro "Processi produttivi ed economia per la vita" avvenuto nel Museo Jacobo Borges.

"Per rafforzare la Rivoluzione Bolivariana, esempio di riferimento internazionale, bisogna aumentare la solidarietà internazionale in tutto il mondo". Questo è stato uno dei punti sottolineati nel documento finale del Congresso e che inoltre risalta anche l'intellettuale italiano all'inizio di questa intervista che offre dall'Hotel Ávila, a San Bernardino, oltre che per raccontare la sua esperienza all'interno di questo evento, dialogare sulla situazione dei diritti umani in Europa.

Per Vasapollo, la crisi che si vive in Europa, che nell'intervista viene contrapposta sempre con i Paesi dell'ALBA (Alianza Bolivariana para los Pueblos de Nuestra America), si è potuto osservare in questo evento internazionale attraverso il fatto della presenza solo di una piccola delegazione europea partecipante. "L'Europa oggi vive una crisi generale, non solo economica ma anche politica e di una parte della sinistra" ha criticato nel suo fluente spagnolo.

ATTACCO AL VENEZUELA

Per l'economista marxista l'attacco contro il Venezuela ha due propositi, sia reinserire il capitalismo nel Paese sia farla finita con la sinistra intellettuale mondiale. "La guerra economica che si vive nel Paese cerca di colpire psicologicamente in maniera forte il popolo venezuelano per dimostrare che il socialismo ha dei limiti, che non può risolvere i problemi delle persone e che l'unica maniera di cambiare ciò sarebbe il capitalismo, tornare alle forme di governo precedenti a quelle di Chávez", ci spiega.

Analogamente, annota che se oggi finisse la Rivoluzione Bolivariana entrerebbero in crisi i Paesi "dell'ALBA, l'idea di Nuestra America, della Grande Patria", risultando questo un "duro colpo" per l'intellettuale militante di sinistra europeo e statunitense.

"L'impero, le oligarchie, i fascisti, i mercenari venezuelani sanno tutto ciò e per questo stanno attaccando questa Rivoluzione", indica.

Per questo Vasapollo raccomanda nel suo documento nel forum "Processi produttivi ed economia per la vita" di pensare alla "diversificazione produttiva", per smettere di dipendere dal petrolio. "Il ribasso del prezzo del barile di petrolio è un'azione speculativa internazionale dell'impero contro la Rivoluzione Bolivariana e contro la Russia di Putin, perché in questo modo si cerca di dare un colpo tremendo alla Rivoluzione facendolo passare da 130 dollari a 40 o 50", ci spiega.

"Bisogna diversificare i settori produttivi per dare un ruolo centrale all'agricoltura", raccomanda Vasapollo, sottolineando che "i Paesi dell'ALBA non possono dipendere da una speranza di pagamento d'importazione". Sommato a questo, l'economista marxista propone di nazionalizzare tutto il sistema finanziario, le imprese di comunicazione, di trasporto ed energetiche, per controllare il dollaro speculativo in Venezuela che gira intorno ai 300 e 400 bolivar venezuelani e che sta facendo un grande danno all'economia del Paese. "La nazionalizzazione di tutto il sistema finanziario, del settore energetico, di comunicazione e trasporto può liberare risorse per l'investimento sociale. I flussi di denaro detenuti dalle banche e finalizzati agli investimenti devono essere controllati. Il sistema  bancario deve essere controllata dallo Stato, altrimenti sarà vittima di atti di sabotaggio".

DIRITTI UMANI IN EUROPA

Vasapollo durante l'intervista fa riferimento anche ad un'altra delle conclusioni redatte nel documento finale del Congresso Internazionale, ovvero la necessità di inventare la democrazia partecipativa. Dopo avergli chiesto se in Europa oggi è possibile parlare di democrazia reale e diritti umani, l'intellettuale italiano esprime la sua idea: "Dicono che la Rivoluzione Bolivariana è una dittatura. Diciotto, venti elezioni in quindici anni. Cuba è una dittatura, dove esiste una democrazia partecipativa, sociale? Quella di Evo Morales è una dittatura con il socialismo comunitario?", si chiede ricordando che nelle prime elezioni a candidato presidente, l'attuale mandatario boliviano trionfò e poi sempre ha ulteriormente aumentato la percentuale dei voti.

L'economista sottolinea che nonostante la guerra dell'impero contro il Venezuela, il Paese sudamericano oggi ha un livello di disoccupazione basso, "che non è come la disoccupazione in Europa dove, ad esempio in Italia, il mio Paese, più del 50% dei giovani non ha lavoro ed al sud il 75% è disoccupato e del restante 25% almeno il 20% svolge un lavoro precario, non ha alloggio (…) Si parla di una generazione che dorme e vive in casa dei genitori, una situazione che purtroppo è normale perché non c'è possibilità di futuro nell'Europa che stiamo vivendo oggi", riflette Vasapollo.

CRISI SISTEMICA

Il professore dell'Università di Roma La Sapienza sottolinea che la crisi economica internazionale che viviamo attualmente è "di carattere sistemico", aderendo al proposito imperiale, l'Unione Europea svolge una funzione di neocolonizzazione all'interno del continente. "L'Unione Europea sta colonizzando i Paesi del Sud, i PIGS (Portogallo, Italia, Grecia e Spagna), parola che in inglese significa maiale - una maniera per offendere i popoli del sud -, per rafforzare la Germania ed i Paesi del nord e poter così queste avere un ruolo importante nella competizione globale con gli Stati Uniti", indica Vasapollo, denunciando che "si sta creando una forte industria esportatrice nel nord Europa" a svantaggio del sud del continente, il quale "si sta deindustrializzando (…) Si sta dislocando l'economia e si attaccano la spese sociali (…) Oggi non c'è in Europa uno Stato sociale con una buona sanità pubblica, educazione e formazione pubblica, si attacca il lavoro con la precarietà. È incredibile quello che sta succedendo in Europa", segnala l'economista.

Analogamente, tornando alla crisi sistemica, Vasapollo riferisce che è una conseguenza dell'accumulazione del capitale, della sovrapproduzione. "Non c’è oggi un super consumo, il fatto è invece che si abbassa il potere d'acquisto, del salario europeo", spiega, ammettendo che il capitalismo non potrà mai uscire da questa crisi. "Non è possibile riformare il capitalismo, ma questo non vuol dire che domani in Europa, o in tutto il mondo, ci sarà il socialismo, no. Io dico sempre ai miei studenti che quando è finita la fase di accumulazione feudale, per far sì che si formasse il capitalismo ci sono voluti 500 anni. Come diceva Eduardo Galeano ne "Le vene dell'America Latina", è servita l'accumulazione primaria originale, che significò il genocidio completo dei popoli originari dell'America Latina, per rubare l'oro, ovvero ciò che serviva all'Europa per entrare nella fase del capitalismo come sistema e modo di produzione".

AFRICA CALPESTATA

"Noi (sud Europa) oggi siamo la colonia del nord, della Germania, ma sotto c'è l'Africa. L'Europa si permette di parlare di  violazione dei diritti umani a Cuba, Venezuela, si permette di parlare di democrazia e addirittura che il Venezuela deve essere più democratico. Andiamo ad analizzare concretamente come europeo quali sono i diritti umani che si rappresentano oggi in Europa ad esempio nei confronti degli immigrati. I lavoratori africani che vengono a cercare una possibilità di vita in Europa e sono legalmente uccisi in maniere incredibili. Il Mediterraneo, il mare delle civilizzazioni greche, romane, egizie, delle grandi civilizzazioni dell'Africa del nord, oggi è una tomba. Non so quanti milioni di persone morte, di lavoratori, sono nel Mediterraneo", sottolinea. "Questo significa una strage dei popoli. Dopo aver dichiarato guerra economica e militare ad un Paese per il petrolio, come la Libia, adesso dici alla loro gente che non può stare in Europa per cercare un lavoro per poter uscire dalla guerra, fuggire dalla morte. Gli dai una nuova morte. E dopo, la gente che non muore, che arriva in Europa, ha due possibilità, una si chiama campo di detenzione dei migranti, che è un campo di sterminio. Io ho visto uno di questi campi e posso dire che un carcere in Italia è un hotel a 5 stelle comparato a questi campi di sterminio per migranti. Non si può vivere lì, e quando esci di lì, ecco la seconda possibilità, ti dichiarano clandestino, senza documento, perché? Se sto cercando di uscire dalla guerra per cercare il pane per i miei figli, per continuare a vivere", evidenzia con passione Vasapollo.

"Alcuni trovano lavoro, ma è lavoro in nero, se muore per la brutalità delle condizioni  dichiarano che è stato un incidente non lavorativo. C'è la mafia della prostituzione. Ragazze che non hanno colpa, di 14, 15, 16 anni che per mangiare cadono nella trappola della mafia della prostituzione, della droga, che funziona nel capitalismo, perché l'economia criminale fa parte del sistema capitalista (…) È democrazia che il mio governo quello di (primo ministro Matteo) Renzi, non sia stato eletto dal popolo?", si chiede.

"Siamo nell'Unione Europea ed il popolo non ha votato per questo, è una democrazia? Cinque mesi fa per l'elezione regionale, e oggi per le comunali, ha votato meno del 50% delle persone (…) Quando si parla di diritti umani si deve rispettare la dichiarazione dei diritti umani delle Nazioni Unite. Gli Stati Uniti non hanno rispettato nessun accordo internazionale in materia di diritti umani, ma se ne esce Obama con un decreto per dire che il Venezuela è uno Stato terrorista e canaglia; la Siria è canaglia, la Libia è canaglia, Cuba era canaglia, l'Iran era canaglia. Se tu non rispetti le regole dell'impero, del Fondo Monetario Internazionale, sei canaglia", sostiene Luciano Vasapollo.

-L'occidente qualifica i Paesi come canaglie per invaderli, saccheggiarli e distruggerli, generando la fuga forzata della loro popolazione. Nel caso dei Paesi dell'Africa e del Medio Oriente cercano di fuggire in Europa, aggiungendo un nuovo problema a questo continente in crisi; fino a che punto si può andare avanti sopportando questa situazione?

- Non è una crisi solo economica, non è una crisi solo finanziaria. Oggi la crisi del capitalismo è anche alimentare, ambientale. energetica, è una crisi sociale. Se permane questa situazione, tra 10 anni milioni e milioni di persone dall'Asia ed Africa entreranno in Europa e tu, Unione Europea imperialista, non gli potrai dire io non ti do alloggio, non ti do lavoro. La crisi economica diventerà una crisi sociale sempre più in profondità, perché anche gli europei oggi sono poveri, non esiste la classe media, la classe media di dieci anni fa ora è una classe povera. Chi legittima tutto ciò? La televisione ed i telegiornali, di destra e di sinistra, quando ti dicono che questa è la normalità, che i diritti del lavoro che abbiamo ottenuto con la lotta dei nostri  antenati non sono diritti.

ALBA MEDITERRANEA

Stiamo studiando e lottando per creare un'ALBA mediterranea. Questa è la nostra proposta presente nel libro "Il risveglio dei maiali", un manifesto politico in cui diciamo che, senza importare il modello dell’ALBA di Nuestra America, è possibile costruire anche in Europa, dalle organizzazioni di base un movimento internazionale di classe, che unirà lavoratori di Spagna, Grecia, Italia, Portogallo, Marocco, Africa del nord, per creare un'alleanza solidale in cui la complementarietà produttiva, la solidarietà umana, l'economia della vita, i diritti umani si rispetteranno, in cui si può uscire dal vincolo della politica della troika, della Banca Centrale Europea, del Fondo Monetario Internazionale, della Commissione Europea. (…) Creare una moneta di compensazione come il Sucre. Senza il vincolo della dollarizzazione".

- Ci sono molte esperienze di interscambio commerciale con monete indipendenti dal dollaro e dall'euro, come nel caso più recente della Cina e del Cile, che hanno annunciato di utilizzare lo yuan

- I Paesi Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica), che non sono Paesi socialisti come l'ALBA, stanno cercando di combattere contro l'egemonia del dollaro e dell'euro creando la Banca dei Brics, come fecero Paesi dell'ALBA con la Banca del Sud. Questo significa che la prepotenza del Fondo Monetario Internazionale, della dollarizzazione, del ruolo dell'euro, non ci sono più oggi nel mondo multipolare. Questa costruzione dell'Unione Europea imperiale ci sta uccidendo. Quello che si comprava con il salario di dieci anni fa, oggi con la stessa posizione lavorativa se ne compra meno della metà”.

- Come sta la Grecia dopo i pochi mesi di Syriza al potere? Come vede la Spagna con questo trionfo di Podemos ed altri partiti di sinistra nelle recenti elezioni municipali di domenica 24 maggio che hanno posto fine al bipartitismo del Partito Popolare e del Partito Socialista Operaio Spagnolo?

Tutti i movimenti che si oppongono alla politica di austerità in Europa vanno visti positivamente. Anche se Syriza e Podemos non concepiscono l'uscita immediata dall'Unione Europea, che per me è fondamentale, hanno proposte positive perché si oppongono alla politica di austerità del Fondo Monetario Internazionale, perché in loro già c'è un cambio nella vecchia maniera di concepire la politica, di pensare la politica.

- Angela Merkel era preoccupata per il trionfo di Syriza perché temeva che la Grecia uscisse dell'Unione Europea, situazione che non è successa, ma in questi giorni la presidente del Fondo Monetario Internazionale diceva, senza preoccupazione, che è possibile che la Grecia esca da blocco europeo non potendo pagare il debito. Cosa possiamo dedurre da questa posizione?

E' che lì c'è una contraddizione, da una parte la Merkel, rappresentante della borghesia transnazionale europea, del Fondo Monetario Internazionale, stabilisce  che tutto ciò che non sia d'accordo con la politica di austerità è fuori dalla Comunità Europea, ma subito dopo cerca di evitare l'uscita di un Paese, perché questo blocco imperiale vive anche grazie alla piccola Grecia. Sarebbe un esempio da seguire; se fai uscire dall'Unione Europea la Grecia automaticamente inizieranno ad uscire altri Paesi dal blocco, perché l'austerità li sta uccidendo.

- L'Inghilterra prevede un referendum per consultare i suoi cittadini per sapere se vogliono continuare a stare nell'Unione Europea, e non per la stessa situazione della Grecia.

In Polonia la destra conservatrice ha prospettato il problema della natura reale dell'Unione Europea ed ha vinto dicendo, fuori dal blocco. Ormai questa idea è sempre più diffusa, anche se con ipotesi e prospettive politiche molto diverse.

Il Primo Ministro inglese, David Cameron, ha iniziato un tour giovedì 28 maggio per cercare appoggio per una serie di riforme all'interno del blocco europeo e poter appoggiare nel referendum la permanenza dell'Inghilterra all'interno di esso, sa a che riforme fa riferimento?

- Cameron oggi pone un problema reale, cioè che si può stare fuori dall'euro, ma ancora dentro l'Unione Europea, che è il caso dell'Inghilterra. Ma se poi la gente ti dice, voglio stare fuori sia dall'euro che dall'Unione Europea significa che l'euro non si sta automaticamente svincolando dall'Unione Europea. La politica imperiale del nord Europa è la politica dell'euro. Oggi non puoi dire fuori dall'euro e rimanere nella comunità imperialista della UE.

E l'aumento di marines statunitensi nella base militare spagnola di Siviglia per controllare l'Africa, che ne pensa?

- A fine giugno si realizzerà un'esercitazione della NATO nel Mediterraneo. Perché? Io rispetto molto Papa Francesco quando dice che oggi c'è una guerra mondiale non dichiarata. Il mondo ha una guerra economica, militare o sociale. Il capitalismo si può porre in questa maniera e salvarsi solo attraverso le varie forme di guerra. O hai un'idea di cambiamento radicale o finisce l'umanità.

 * da http://www.ciudadccs.info/2015/06/08/luciano-vasapollola-ue-esta-colonizando-a-los-paises-del-sur-de-europa/

 traduzione di Silvia Orri

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