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Il ruolo dei fascisti dagli anni ’70 a Mafia-Capitale, un’assemblea alla Sapienza

Lunedì 13 aprile presso l’aula VI della facoltà di Lettere La Sapienza si è tenuta la prima iniziativa all’Università del nodo romano della campagna nazionale Noi Restiamo dopo quella già realizzata a febbraio sulla liberazione di Kobane.

Il tema su cui ci si è concentrati stavolta è quello del ruolo e della funzione dei fascisti declinato nel contesto

romano dagli anni ’70 fino all’esplodere del caso di mafia capitale. La campagna Noi Restiamo ha come obiettivo specifico il tema della fuga all’estero di migliaia di giovani, spesso con preparazione di alto livello, che vedono nell’impiego in un altro paese un’ancora di salvataggio rispetto alla crisi in Italia ed una soluzione individuale ad un problema che richiede invece soluzioni di tipo collettivo e conflittuale. Oltre che costituire un danno e un depauperamento delle capacità interne questo flusso di talenti e capacità è funzionale all’analisi che abbiamo fatto sugli assetti interni tra classi dirigenti europee che si è definito all’interno dell’Unione Europea. Il flusso di cervelli rafforza i capitalismi dominanti del centro e nord europa delegando i paesi Piigs dell’area euro mediterranea ad un ruolo di serie b. Questo disegno si traduce nella subordinazione del sistema universitario pubblico anche in Italia a quello delle alte scuole di formazione europee per l’inserimento del mercato del lavoro del Nord Europa e al ridimensionamento dell’università di massa che in passato aveva anche espresso livelli di eccellenza in molti atenei in particolare nel campo scientifico. In questo senso la campagna Noi Restiamo si muove su quel terreno proprio da sempre del movimento operaio che in passato tramite le casse di muto soccorso e gli strumenti di solidarietà scoraggiava l’emigrazione nei fatti, l’esatto opposto di quanto facevano le classi dominanti che la scoraggiavano solo a parole, mentre la incoraggiavano in tutti i modi poiché fungeva da valvola di sfogo sociale all’esterno riducendo la pressione della disoccupazione sui territori.

Quindi perché un’iniziativa sui fascisti? Perché quella parte della piccola e media borghesia che nel piano di ripartizione di potere a livello europeo viene oggi penalizzata ha sempre avuto, come piano b in passato, e come piano alternativo ad un’eventuale rottura dei meccanismi europei oggi, quello del ritorno al nazionalismo economico  e quindi alla sua espressione politica che in Italia ha una caratterizzazione politica ben specifica: vecchi e nuovi fascisti. In questo senso parlare come hanno fatto Walter Ceccotti, Ilaria Mugnai e Francesco Piccioni di fascismo a Roma (e non solo) significa oggi inquadrare il fenomeno di fascisti vecchi e nuovi nell’ambito di quel possibile nerbo di asse politico reazionario di massa che potrebbe prendere piede nel caso l’acuirsi della crisi portasse ad una rottura dei meccanismi europei. Questo infatti consentirebbe di togliere terreno, come sempre tentano di fare, ad una sinistra di classe che ritrova nelle ragioni della crisi il suo campo naturale di azione e di contesa politica.

Nel caso di Roma, ricordare le associazioni collaterali a Casapound come fatto nel dossier curato da Ilaria Mugnai (Bsa) o la serie infinita di traffici che ha portato a Mafia Capitale serve a dimostrare proprio che sia sul piano del fascismo paralegale e politico, sia sul piano della malavita, i fascisti non hanno nessuna verginità politica da rivendicare per non essersi “sporcati le mani” nella politica nel periodo dell’esclusione dall’arco costituzionale della prima Repubblica. O sono semplicemente ridicoli come i fascisti del nuovo millennio di Casapound che cercano di infiltrarsi nella protezione civile o fanno campi d’addestramento in Birmania, prendono schiaffi su schiaffi alle elezioni, fanno comunella con la Lega, ecc… accumulando fallimenti su fallimenti…o quando parliamo di camerati ex Nar infiltrati nella malavita emerge quello che sono e come si finanziano: traffico internazionale di droga, gestione di giri di prostituzione, anni di carcere per rapine (fallite o meno)e possesso d’armi, collaborazione e internità alle mafie della droga di Ostia, ecc… insomma criminali con la C maiuscola che non hanno nulla a che invidiare a coloro che dicono di combattere quando si oppongono alla droga, alla prostituzione, alla pedofilia.

Anche in Grecia in passato i movimenti neofascisti risultavano marginali. Ora Alba Dorata spera nel fallimento di Tsipras per ripartire alla carica. E’ bene che anche in Italia questa gente venga ricordata preventivamente per quello che è. Cialtroni cui non prestare ascolto o criminali da quattro soldi.

La campagna Noi Restiamo proseguirà le sue iniziative a Roma trattando il tema del rapporto centro periferie urbane (anche questo terreno di contesa coi fascisti) e in seguito concluderà la sua campagna annuale con un’analisi di alto livello sul vero nemico da combattere: l’Unione Europea.

Noi Restiamo - Roma

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