La strategia di guerra e di annientamento del PD e di Re Giorgio
- di Michele Franco *
- Categoria: politica
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E’ veramente stupefacente il percorso di autentica simulazione e falsificazione che il Partito Democratico – ed anche il suo satellite vendoliano – stanno compiendo in questi ultimi giorni.
L’aver intonato Bella Ciao dopo aver consumato l’ennesima porcata a favore delle banche e dei poteri forti e dopo aver stracciato i regolamenti parlamentari per attuare, ad ogni costo, il vergognoso provvedimento a vantaggio della grande finanza costituisce un nuovo punto di non ritorno del corso politico del Partito Democratico e delle sue elites di potere e di governance.
Lo stesso comportamento procedurale di Laura Boldrini, non a caso difesa manu militare dai deputati del PD, segna il suggello formale a questo ennesimo atto dell’involuzione autoritaria nel nostro paese.
E’ bastato scorrere, infatti, i contenuti dei media degli ultimi due giorni per prendere atto come, contro i deputati Cinque Stelle, si sia scatenata una vera e propria aggressione rispolverando un lessico che i vari opinion maker dell’informazione deviante utilizzavano nella stagione cosiddetta degli anni di piombo contro il terrorismo.
Stesso registro e stesso leit motiv si sta palesando a ridosso della legittima richiesta di impeachment del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, avanzata al Senato ed alla Camera dei Deputati dal Movimento Cinque Stelle.
Le accuse che il movimento di Grillo muove a Re Giorgio sono: 1. Espropriazione della funzione legislativa del Parlamento e abuso della decretazione d'urgenza. 2. Riforma della Costituzione e del sistema elettorale. 3. Mancato esercizio del potere di rinvio presidenziale. 4. Seconda elezione del Presidente della Repubblica. 5. Improprio esercizio del potere di grazia. 6. Rapporto con la magistratura: Processo Stato – mafia.
Si tratta, come è evidente ad ogni osservatore onesto, di fatti precisi e circostanziati contestati a Napolitano a fronte del suo disinvolto ed antidemocratico comportamento esercitato nell’ultimo periodo quando il Presidente della Repubblica ha svolto la funzione di regia e di direzione dell’agenda politica italiana in spregio a qualsivoglia principio di democrazia parlamentare e costituzionale. Un ruolo, si badi bene, in perfetta linea con gli interessi della grande borghesia continentale europea e i suoi variegati dispositivi diplomatici, finanziari e politici dispiegati a tutto campo.
Anche in questo caso si è scatenato il linciaggio politico contro i Cinque Stelle accompagnato dall’ipocrita esecrazione scandalistica che, da tempo, condisce i riti della politica ufficiale italiana.
E’ noto – e non potrebbe essere diversamente per chi ci conosce – che non ci collochiamo tra quelli suscettibili alle mirabolanti e altalenanti suggestioni di Grillo/Casaleggio ed è noto anche che ci annoveriamo tra coloro i quali ascrivano alle dinamiche organizzate del conflitto di classe il merito e le possibilità delle trasformazioni sociali e societarie.
Questa volta, però, non possiamo non indignarci e denunciare, a gran voce, le strumentalizzazioni in corso da parte del Partito Democratico le quali non puntano alla sola eliminazione/normalizzazione dell’anomalia Grillo ma mirano ad affermare, sul piano generale e sul versante dei rapporti di forza nel paese, un nuovo stadio della trasformazione giuridica, economica ed istituzionale della forma/stato del capitalismo tricolore.
Del resto il progetto di concentrazione e centralizzazione del polo imperialista europeo, l’accentuarsi dei fattori di competizione globale e le sfide che si pongono dinnanzi all’Azienda/Italia impongono a questi apprendisti stregoni della governance del capitale una linea di condotta blindata, autoritaria e repressiva contro ogni parvenza di opposizione e/o contestazione.
E’ bene, quindi, che anche da parte nostra – dei comunisti, degli anticapitalisti e dei movimenti di lotta – si prenda definitivamente atto di questa situazione e si predisponga, nei posti di lavoro, nei territori e nella società tutta, la necessaria risposta di massa conflittuale ed antagonista.