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Finmeccanica: rompere l'impotente rassegnazione. Riprendere la mobilitazione e la lotta operaia

E' trascorso più di un mese dai primi articoli comparsi sulla stampa napoletana circa l'eventualità di prossimi problemi occupazionali all'Alenia di Nola ed agli altri poli di Finmeccanica in Campania.

Il pesante silenzio dell'Azienda e qualche timido balbettio da parte di Cgil, Cisl e Uil, registrati fino ad oggi, non sono comportamenti rassicuranti per il futuro prossimo dei lavoratori Finmeccanica e di quelli di tutto il variegato indotto.

Non sono giunte, fino ad ora, dichiarazioni forti ed ufficiali in direzione di una linea di condotta tesa alla salvaguardia di ciò che resta del tessuto industriale di Finmeccanica in Campania e nel Sud.

Anzi alcuni fatti continuano ad allarmarci e non ci stancheremo di sollecitare una reazione di massa ed organizzata di tutti i lavoratori per difendere adeguatamente le proprie condizioni di vita e di lavoro.

Il nuovo corso di Finmeccanica ha trasformato Alenia in una delle divisioni della sua nuova One Company alludendo, nei fatti, ad un ulteriore ridimensionamento della sua presenza in Campania.

Dopo la chiusura nel 2013 dello stabilimento di Casoria, dopo la cessione a Lettieri del polo di Capodichino e dopo lo spostamento delle sezioni ingegneristiche e di progettazione altrove sono nel mirino tutti gli altri siti a Nola, a Pomigliano, a Giugliano ed a Monteruscello.

Come se non bastasse, negli ultimi mesi, a seguito di alcuni accordi internazionali con paesi del Golfo Persico c'è il fondato sospetto che il management di Finmeccanica voglia delocalizzare alcune produzioni in luoghi dove la forza lavoro costa molto meno e dove i diritti politici e sindacali non esistono.

A sostegno di queste preoccupazioni vogliamo evidenziare che allo stabilimento DEMA di Somma Vesuviana (Napoli) che lavora in stretta sintonia con le fabbriche Alenia si preannunciano ulteriori 99 licenziamenti dopo la chiusura della sede di Pomigliano d'Arco ed il ridimensionamento di quella di Benevento.

Infatti alla DEMA, nel 2014, 61 dipendenti sono stati costretti alla cassa integrazione ed altri 81 nel 2015. Un periodo di cassa integrazione che scadrà nel prossimo marzo ed all'oggi non si intravede ancora una soluzione positiva e duratura nel tempo. I tagli, poi, sono orientati, prioritariamente, al settore dello sviluppo ingegneristico quindi verso quel segmento di progettazione e ricerca che può garantire un futuro produttivo non solo per DEMA ma per tutto il comparto dell'aereo spazio.

Se a tali dati aggiungiamo che anche l'altra sede di DEMA presente al Sud - quella di Brindisi - è sotto attacco non è difficile prevedere tempi bui per i lavoratori tutti.

Non ci stanchiamo, dunque, di rilanciare un Appello alla Mobilitazione agli operai tutti – al di là del sito in cui sono addetti – ad una rapida e diffusa mobilitazione per evitare il concretizzarsi di scenari, come quelli degli ultimi anni, che hanno consentito la chiusura di fabbriche, la perdita di centinaia di posti di lavoro e l'immiserimento di ampie aree territoriali dell'area metropolitana di Napoli.

Non è più possibile tollerare i silenzi, le mezze parole e le dichiarazioni rassicuranti che, a vario titolo, vengono rivolte ai lavoratori.

La narcotizzazione dei comportamenti operai, la continua opera di manomissione, di divisone e di fomentazione ad irragionevoli e controproducenti divisioni tra i lavoratori è funzionale ai disegni del padronato, di Finmeccanica e dei loro complici sindacali.

La Rete dei Comunisti è al fianco dei lavoratori ed è impegnata a favorire, in Campania come altrove, la costruzione della necessaria organizzazione autonoma, indipendente e conflittuale dei lavoratori.

Rete dei Comunisti - Campania

 

 

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