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Convegno Formazione Ricerca e Controriforme

Partendo dalla consapevolezza della centralità che i processi di formazione e le direttive europee sulla ricerca hanno sia rispetto alla costituzione dell’Unione Europea in polo imperialista sia nella selezione della futura classe dirigente, la RdC ha organizzato per sabato 30 aprile a Bologna un convegno dal titolo “FORMAZIONE, RICERCA E CONTRORIFORME”.

 

Il convegno sarà l’occasione per fare il punto su come gli aspetti strutturali delle attuali dinamiche del modo di produzione capitalistico europeo determinano – a livello sovrastrutturale e dunque ideologico – il dibattito interno alla scuola e le pesanti controriforme che negli ultimi venti anni hanno riguardato la scuola e l’università.

Mentre, infatti, la scuola italiana era classicamente intesa il luogo dell’immobilismo, negli ultimi vent’anni cambiare (non nella direzione di una vera riforma ma in senso opposto) è stato un pass par tout ideologico con un potente impatto egemonico. Egemonia culturale che spinge a considerare l’Unione Europea come fosse una gabbia d’acciaio da cui è impossibile uscire e cui, invece, si affidano erroneamente aspettative e prospettive ‘a sinistra’: in Italia, ne fanno le spese le nuove generazioni e quei lavoratori che hanno assicurato sino a oggi, in condizioni sempre più difficili, la trasmissione pubblica del sapere.

Ma il tema della formazione è direttamente connesso alle due principali emergenze del momento: la guerra e l’immigrazione. Non sfugge a nessuno come il controllo dello sviluppo scientifico – teoria, ricerca e tecnologia – siano la vera posto in gioco nella competizione internazionale e inter-imperialista. Le diverse attenzioni rispetto agli arrivi dei migranti in Europa lo testimoniano.

Il sapere, com’è noto, può essere strumento critico d’emancipazione individuale e collettiva ma anche apparato repressivo che irreggimenta. Ecco perché, allora, abbiamo invitato a discuterne compagni che su questi temi spendono quotidianamente la loro formazione scientifica e la loro passione e militanza politica, con la speranza e la convinzione che il 30 di aprile possa essere l’inizio di una nuova consapevolezza, di un percorso capace di rafforzare l’elemento soggettivo e organizzato dei comunisti e dei lavoratori in Europa per contrastare l’egemonia borghese sulla cultura e sulla scienza e dare il verso giusto alla crisi oggettiva del modo di produzione capitalistico.

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