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L'attentato a Maduro e la difesa del processo rivoluzionario

L'attentato terroristico contro il Presidente Nicolas Maduro ripropone l'attualità politica della difesa del processo rivoluzionario in corso in Venezuela e la necessità della denucia puntuale di tutti i tentativi - di parte imperialista - di manomissione diplomatica, finanziaria, economica e militare di questa importante e significativa esperienza popolare di rottura e di emancipazione sociale.

 

Da sempre il Venezuela è un target privilegiato degli USA, da sempre i poteri forti di Washington, di Wall Street, delle multinazionali del petrolio ma, anche, dei signori dell'Euro e dell'Unione Europea tramano ed agiscono per rovesciare i governi legittimamente votati dalla maggioranza del popolo venezuelano per imporre l'insediamento, diretto o indiretto, di lacchè e di fantocci condizionabili ai desiderata occidentali.

Prima Chavez ed oggi Maduro, più volte, sono sempre stati nel mirino dei bounty killer sostenuti dagli USA. Verso questi compagni, verso il popolo venezuelano l'imperialismo che continuamente tesse lodi sperticate alla “democrazia” ha agito, continuamente, al di là della sua stomachevole retorica, in forma terroristica.

Non è un caso che nei mesi scorsi le attività controrivoluzionarie di quanti sono interessati a porre fine all'esperienza bolivariana avevano toccato l'apice delle provocazioni di piazza, dei sabotaggi economici e degli omicidi politici. Non è un caso che solo l'ennesima vittoria elettorale di Maduro aveva spento, anche se solo temporaneamente, questo crescendo di attacchi contro le istituzioni governative.

Ma la storia criminale dell'imperialismo - in Venezuela, in America Latina ed in tutto il mondo – ci insegna che la controrivoluzione non dismette mai la sua opera di aggressione verso i popoli ed i paesi che osano alzare la testa e ribellarsi.

Infatti – anche utilizzando l'ambiguo ruolo di paesi come la Colombia – gli strateghi di Washington hanno continuato a fomentare l'ostilità verso Maduro e proseguono nell'utilizzo di tutti gli strumenti (dalle campagne di intossicazione mediatica all'embargo economico, dal finanziamento a gruppi terroristici all'appoggio a partiti e movimenti legati ai latifondisti) “legali” o “illegali” per colpire il Venezuela.

Poi se a questo scenario di aperto interventismo imperialista associamo che il governo di Maduro è impegnato - in questo ultimo periodo - ad intraprendere una linea di condotta,sul versante delle scelte politiche, che punta al superamento di alcune concezioni di politica economica che avevano determinato il sorgere di problemi e difficoltà per la crescita del paese è evidente che l'attività terroristica doveva marcare una urgente escalation.

Il governo Maduro, sulla base di un accorto bilancio del processo rivoluzionario in corso – sta discutendo e lavorando per sviluppare, progressivamente, alcuni interventi di pianificazione economica e produttiva che possono migliorare gli standard generali delle condizioni di vita e di lavoro della stragrande maggioranza della popolazione.

Atti politici concreti, mutamenti di paradigma economici ed un nuovo orientamento geo/politico che determineranno - se assunti veramente dal governo Maduro - non solo il superamento di alcuni errori e distrorsioni prodottisi in questi anni ma anche un più deciso argine politico e statuale contro l'imperialismo e le sue diversificate politiche di aggressione.

Occorre inquadrare l'attentato a Maduro nel contesto dell'intero continente latino/americano dove i gangster del Dollaro – in particolare – sono in prima fila nello scoperto tentativo di rimettere le mani sul Brasile, sulla Bolivia – da qualche settimana sul Nicaragua – per ripristinare i vecchi dispositivi di saccheggio delle risorse economiche ed umane finalizzandole all'intensificarsi dei fattori della competizione globale internazionale.

Ma la virulenza dell'azione controrivoluzionaria, in Venezuela e non solo – configura anche una lezione teorica e culturale per i comunisti e per l'intero movimento antimperialista e sinceramente progressista.

I processi di rottura e cambiamento rivoluzionario, la lotta per una sovranità popolare e nazionale attenta agli interessi dei settori subalterni della società – tutti i processi di transizione – non sono né dinamiche lisce e durature nel tempo e né percorsi politico/pratici privi di contraddizioni o da strappi dolorosi.

In Venezuela, in tutti i paesi dove, in qualche modo, è stato messo in discussione il diktat imperialista ed il totem della sovranità del mercato a tutti i costi la situazione politica e statuale è sempre reversibile ed è condizionata dal modificarsi dei rapporti di forza tra le classi e le loro rappresentanze locali ed internazionali.

L'appoggio – dunque - al governo del Presidente Maduro, il sostegno alle ragioni sociali della rivoluzione bolivariana, la controinformazione militante verso il complesso delle attività imperialistiche in America Latina ed in tutto il mondo intrecciate alla denuncia del ruolo del governo italiano e dell'Unione Europea sono i capisaldi politici con cui continuare ad alimentare un nuovo Internazionalismo nell'epoca dello scontro tra potenze.

 

Rete dei Comunisti

6 agosto, 2018

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