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E' morto Hosea Jaffe, marxista ed anticolonialista sudafricano

E' morto nei giorni scorsi Hosea Jaffe, economista marxista e militante anticolonialista sudafricano. Morto a 93 anni di età, Jaffe lascia come eredità numerosi saggi che, in Italia, sono stati pubblicati dalla casa editrice Jaca Book.

Hosea Jaffe è stato spesso ospite in convegni e conferenza organizzate dalla Rete dei Comunisti dando un contributo prezioso, soprattutto per l'approccio di critica frontale all'eurocentrismo e ad un punto di vista anticolonialista moderno. Scrive di Hose Jaffe, Ione Bagnoli, che ha curato per Jaca Book la collana che ne ha ospitato molti saggi. “Tra gli economisti del XX secolo Hosea Jaffe è forse lo studioso che ha avuto più capacità di previsione rispetto all’evolversi di ciò che oggi chiamiamo globalizzazione, ha avuto anche dalla fine degli anni ’80 una chiara visione di come l’Unione Economica Europea sarebbe divenuta un feudo della Germania concorrenziale e poco “diversificata” rispetto ali USA. Per Jaffe la globalizzazione è insita nel capitalismo perché il capitalismo si instaura tramite il colonialismo che lo accompagna costantemente”. Non solo: Jaffe era piuttosto ostracizzato dalla sinistra europea e per questo ne abbiamo spesso apprezzato la collaborazione. Suo il parallelo tra lo stato di Israele e lo stato di apartheid in Sud Africa (ripreso anche in La trappola coloniale oggi. Sudafrica, Israele, il mondo, 2003), l’affermazione che un paese del terzo mondo per non vedere implodere nella miseria una fascia vastissima della sua popolazione, deve rompere i legami, le catene con l’azienda mondo (Via dall’azienda mondo dove destra e sinistra stanno dalla stessa parte, 1995). Una severa sottolineatura è anche quella di Jaffe (che ha mantenuto viva una polemica degli anni Settanta che andrebbe oggi apprezzata) il modello di welfare state che ora l’Unione Europea sta smantellando, aveva un costo sociale per i popoli delle colonie. Secondo l’economista sudafricano si trattava di riconoscere che nei salari dei lavoratori europei c’era una particella di plus valore coloniale. Le conquiste operaie infatti, ricordava Jaffe, si fanno sulle ali del boom economico e divengono impossibili nelle crisi avanzate. Il non riconoscere questo ha portato l’Europa a una corsa scellerata e illusoria verso l’unione economica alla tedesca. Una pubblicazione del 1994 dal titolo Germania verso il nuovo disordine mondiale era l’esatta previsione del disastro a cui oggi assistiamo, per non parlare delle guerre che hanno sfaldato la Jugoslavia.

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