Roma e Napoli: repressione a orologeria


Nelle migliori tradizioni repressive antiproletarie, con sapiente scelta dei tempi, in sintonia con la filosofia "caselliana" è scattata nella notte l'operazione della Digos di Napoli e Roma contro un gran numero di attivisti sociali e militanti politici.
E' ovvia la regia governativa che all'apparire di una reale opposizione sociale sui territori e nelle metropoli getta la maschera della democrazia formale e usa il manganello o la privazione della libertà per tentare di frenare l'organizzazione dei settori di classe in sofferenza.
Ma già le avvisaglie erano visibili da tempo con la criminalizzazione di militanti NoTav, facchini in lotta, proletari di vari settori che premono sui comuni contro l'aumento della Tares. Tutto ciò mentre anche la reazione alla formazione antidemocratica dell'Unione Europea si diffonde, anche se in forme ancora poco indirizzate e contradditorie, a macchia d'olio e la distanza tra le classi sociali si acuisce.
La repressione spesso preventiva fa parte delle intenzioni precise di avere il controllo sociale per imporre misure capestro, tagli sulla spesa pubblica, ristrutturazioni e ritmi di lavoro insostenibili con la complicità di sindacati a libro paga padronale.
L'operazione poliziesca di oggi a Roma e Napoli ha colpito con arresti e ordinanze intimidatorie simil-afiose, con lucidità chirurgica militanti che dopo l'assemblea della scorsa settimana alla Sapienza avevano proposto la manifestazione del 12 aprile contro l’austerità dell'Unione Europea o disoccupati che da anni rivendicano occupazione e dignità come i Bros. La Rete dei Comunisti si stringe a fianco degli attivisti colpiti e rilancia la lotte contro la criminalizzazione dei movimenti  e per spezzare la catena europeista!!

La Rete dei Comunisti di Napoli e dell’area metropolitana

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