03/08 2015

"Perché aderisco alla Rete dei Comunisti"

Pubblichiamo, come contributo alla discussione militante, questa nota del compagno Andrea Genovese, il quale ha inteso motivare pubblicamente la sua recente adesione alla Rete dei Comunisti.

Il contributo di Andrea ci sprona, come organizzazione, a proseguire il nostro lavoro (controcorrente) di approfondimento degli snodi teorici, politici e culturali che afferiscono alla intrapresa collettiva che da tempo animiamo: la costruzione dell’organizzazione dei comunisti dopo gli eclatanti ed evidenti fallimenti dei vari tentativi…della rifondazione comunista.

A questo proposito riproponiamo all’attenzione dei compagni e di quanti seguono la nostra diversificata attività il numero monografico della rivista cartacea Contropiano interamente dedicato al tema del Partito/Organizzazione dei comunisti scaricabile interamente a questo link:https://retedeicomunisti.org/images/pdf/Contropiano_9_13_interno_bassa.pdf)

La redazione del sito della Rete dei Comunisti

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La gravità degli attacchi in atto, a livello internazionale, ad opera del capitalismo, dell’imperialismo e delle classi dominanti, hanno riportato indietro l’orologio della storia; ovunque, nel mondo occidentale, le classi subalterne, prive di una adeguata organizzazione, hanno subito un drammatico peggioramento delle proprie condizioni materiali.

In Italia, il crollo politico ed elettorale, ma prima ancora culturale, della sinistra storica, insieme alla cronica assenza di una rappresentanza di classe, impongono la necessità di una profonda riflessione a tutto campo.

I deludenti esiti dei vari tentativi succedutisi negli ultimi anni di porre rimedio, in maniera disorganica, a questa situazione, non possono essere ignorati.

Cartelli elettorali dell’ultim’ora (volti ad ottenere mere presenze istituzionali) ed effimere infatuazioni per modelli d’oltre confine da un lato; folkloristici e strumentali richiami ad una generica identità comunista, nella totale assenza di ogni funzione di massa, iniziativa politica e presenza nelle lotte reali, dall’altro: entrambe le opzioni hanno evidenziato tutti i propri limiti, fallendo nell’impresa di incidere, foss’anche in maniera minima, nell’aspra lotta di classe in atto oggi in Italia.

I mutati rapporti di forza all’interno di questo scontro (derivanti, principalmente, dai profondi cambiamenti internazionali verificatisi nell’ultimo trentennio) rendono inutile, se non dannoso, l’attardarsi a riproporre forme e modelli organizzativi e politici del passato, che, nelle recenti riedizioni, non hanno prodotto altro che disorientamento e frustrazione tra i residui militanti.

Il tema della organizzazione politica dei comunisti in Italia, oggi, non può prescindere da queste considerazioni. Pensare, oggi, di potere procedere, a tappe forzate, alla ricostruzione di una soggettività comunista di massa, per come le abbiamo conosciute nel Novecento, è cosa illusoria. Non per questo, tuttavia, c’è bisogno di liquidare, frettolosamente, l’identità comunista all’interno di non meglio precisati contenitori, ne’ di riporre in soffitta la nostra “cassetta degli attrezzi” e il nostro metodo di analisi della realtà.

A fronte del cumulo di macerie della sinistra di classe italiana, compito dei comunisti, oggi, è innanzitutto quello di edificare un punto di vista organico al mondo moderno, attraverso un’opera di ricerca di alta qualità, mirata a recuperare quella “conoscenza del rapporto tra tutte le classi dal punto di vista della classe operaia”, delineata nel “Che Fare?” di Lenin [1].

Una ricerca, quest’ultima, che, lungi dall’essere condotta da un cenacolo di intellettuali, mai dovrà essere scissa dal quotidiano delle condizioni materiali della classe.

Per questa ragione, guardo con interesse al prezioso lavoro svolto, negli ultimi anni, dalla Rete dei Comunisti. Una piccola organizzazione, priva di qualsiasi pretesa di auto-sufficienza, che ha però il merito di avere correttamente problematizzato ed elaborato strategie d’intervento per quelli che sono i tre elementi fondanti della lotta di classe, ovvero [2]:

-       il fronte teorico-ideologico, caratterizzato da una elaborazione incessante, puntuale e originale (sviluppata collettivamente e diffusa tramite la rivista Contropiano e l’omonimo quotidiano online, nonché attraverso i molteplici quaderni di approfondimento), e da un continuo processo di ricerca collettiva e di formazione di quadri e militanti, coerentemente alla teorizzazione gramsciana dell’Intellettuale Collettivo;

-       il fronte politico, contraddistinto, in nome di una moderna concezione della tattica, dalla ricerca continua e costante di un confronto franco e aperto con altre organizzazioni nell’ambito della sinistra di classe,  e dal tentativo di costruire campagne politiche di cruciale importanza (tra cui vale la pena citare il convegno-appello Eurostop tenuto a Napoli nel maggio scorso – sulla necessità della rottura dell’Unione Europea imperialista - e la proposta dell’ALBA Euromediterranea) in grado di esercitare egemonia anche su settori del blocco sociale di riferimento che, a fronte dell’inconsistenza della sinistra storica, si rapportano oggi a soggettività tradizionalmente estranee al campo della sinistra di classe;

-       il fronte sindacale-sociale, nel quale la RdC opera, con chiarezza, per la costruzione ed il rafforzamento di un sindacato di classe (il sostegno all’Unione Sindacale di Base, affiliata alla Federazione Sindacale Mondiale e ad ogni altra espressione di conflitto incardinato su un piano di indipendenza), quale passaggio fondamentale per la ricomposizione della classe stessa, tramite lo sviluppo di pratiche quotidiane di autonomia.

Grazie a queste caratteristiche, ravviso nella Rete dei Comunisti un’organizzazione di quadri non settaria, ma, al contrario, consapevole della propria funzione di massa e dei propri compiti nei confronti di tutti i settori sociali, culturali e produttivi che hanno il comune interesse a una trasformazione sociale e che aspirano ad un mutamento dei rapporti sociali vigenti, al di là di ogni concezione schematica e folkloristica della classe e della funzione dei comunisti nella società odierna.

Una organizzazione alla quale metto a disposizione il mio modesto contributo militante. Non per costruire una riserva indiana nella quale coltivare un demotivato e passatista orgoglio comunista fatto esclusivamente di simboli, citazioni ed autoreferenzialità, ma per cimentarmi nella ricostruzione di una moderna soggettività comunista organizzata, adeguata alle odierne necessità della lotta di classe, utilizzando, in maniera rigorosa, ma al tempo stesso creativa, il bagaglio della nostra storia.

 

Riferimenti Bibliografici

[1] Rete dei Comunisti (2011). Costruire l’Organizzazione dei Comunisti. Quaderni dell’Associazione Marxista “Politica e Classe”.

[2] Rete dei Comunisti (2013). I tre fronti della lotta di classe. Un progetto in movimento. Quaderni dell’Associazione Marxista “Politica e Classe”.

 

Andrea Genovese, docente all’Università di Sheffield – Gran Bretagna

 

Agosto, 2015