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Mattarella, una vittoria di Pirro per Renzi?

Habemus presidentem, ora vedremo con quali funzioni reali. Il giuramento di Sergio Mattarella ha confermato appieno il tentativo delle classi dirigenti di superare la “seconda repubblica”, marciando a rovescio e tornando ai fasti della prima. Ma non ci sono più i grandi partiti di massa, le “grandi famiglie ideali” che convogliavano la partecipazione popolare alla politica, anche per via di un conflitto serrato e violento.

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Grecia versus Unione Europea. Il vero scontro inizia ora

Ieri in Grecia si è verificato un fatto politico importante le cui ripercussioni si vedranno in tutto il continente. Per la prima volta un partito di sinistra dichiaratamente in opposizione all’austerity ha vinto le elezioni in un paese europeo e potrà quindi governare, seppure in alleanza con una forza di destra. E’ molto positivo anche il fatto che, pur essendo stato l’elettorato greco polarizzato dallo scontro tra Syriza e Nuova Democrazia, il Partito Comunista di Grecia abbia aumentato la sua base di consenso e la sua forza parlamentare, a dimostrazione che l’organizzazione sociale e di classe giocano un ruolo fondamentale.

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Renzi tra craxismo e berlusconismo

Che Cofferati se ne sarebbe andato dal PD non era passato per la testa a nessuno di noi, a nessuno di noi che non è interno alle faccende del PD. Se ne è andato o è stato cacciato di fatto con la storiaccia delle primarie truffa (ma esistono primarie che non siano una truffa?) alla quale hanno votato fascisti, immigrati pagati alla bisogna con due soldi, il “popolo” di Forza Italia e del Nuovo Centro Destra.

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Parigi, l’imperialismo europeo in piazza

Quanto sta accadendo in questi giorni e accadrà nei prossimi mesi non solo in Francia ma in tutta Europa – ci riferiamo alle conseguenze che i fatti di Parigi avranno sulla dinamica dell’unificazione continentale – non può essere considerato di natura passeggera o contingente, ma a nostro modo di vedere rappresenta un volano per un ulteriore balzo in avanti di un processo di unificazione e proiezione imperialista che con tutti i suoi ritardi e contraddizioni trova proprio nella reazione alla crisi e agli attacchi esterni, per quanto amplificati dalla propaganda, un fattore di rilancio.

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