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Eurostop! Se non rompiamo ci rompono

L’Unione Europea – al di là della mistificante patina democratica con cui si ammanta - ha mostrato, ancora una volta, il suo volto dispotico ed autoritario. A Lisbona le destre obbedienti alla Troika, dopo la recente tornata elettorale non hanno i numeri per governare, ma con un colpo di mano il presidente Cavaco Silva rifiuta di concedere l’incarico di formare un esecutivo delle sinistre al leader dei socialisti, che pure può contare sul sostegno del Bloco de Esquerda e del Partito Comunista, e impone un governo di minoranza fotocopia di quello uscito sconfitto dalle urne.

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Portogallo: destra indebolita ma nessun terremoto politico antiausterity

«Le elezioni si terranno in una fase in cui l’economia portoghese si sta espandendo a un ritmo più veloce rispetto al resto dell’Eurozona. E tuttavia la crescita potrebbe aver raggiunto la velocità di crociera e potrebbe rallentare con il venir meno di tre elementi oggi determinanti: euro debole, prezzi favorevoli delle commodity e tassi di interesse bassi».

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Dalla Catalogna un no a Ue, Euro e Nato che parla a tutto il Mediterraneo

Le elezioni regionali catalane di ieri hanno segnato un importante risultato. Intanto, nonostante una martellante campagna intimidatoria nei confronti delle forze indipendentiste portata avanti dal mondo finanziario, dai poteri forti interni e addirittura da alcuni leader politici internazionali - Merkel, Cameron, Obama, Sarkozy - i movimenti che si battono per l’autodeterminazione della Catalogna hanno ottenuto un risultato che sfiora la maggioranza assoluta dei voti e ottiene quella assoluta dei seggi.

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Il voto greco tra disillusione ed egemonia


Che il risultato delle elezioni greche del 20 settembre sia stato una sorpresa è innegabile; era difficile immaginare che si sarebbe rivotata la stessa maggioranza che aveva ignorato il risultato referendario di Luglio firmando un memorandum peggiore di quelli precedenti e dello stesso testo che Tsipras aveva trattato fino alla decisione di indire

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